Walter Chiari
Un ritratto di Walter Chiari (1924-1991): la sua comicità frenetica e surreale, unita alle spiccate capacità parodistiche, ha fatto scuola sul piccolo e grande schermo.
Walter Chiari, all’anagrafe Walter Annichiarico, nacque a Verona l’8 marzo del 1924, ma si trasferì ad appena tre anni a Milano. Il suo approdo nel mondo televisivo arrivò dopo vari e differenti mestieri. Praticò sport a livello agonistico - pugilato, tennis, e nuoto -, cercò di intraprendere la carriera giornalistica e quella radiotecnica; fu addirittura impiegato di banca, fino a quando un suo superiore lo scoprì mentre si esibiva in una dissacrante imitazione di Hitler, licenziandolo.
L’imitazione di Hitler, nonostante il licenziamento, portò comunque fortuna a Walter Chiari, che la utilizzò in un concorso per dilettanti a cui assisteva, dopo esser stato invitato da alcuni amici a salire sul palco. Il pubblico apprezzò la sua esibizione donandogli una standing ovation.
Due anni dopo Walter Chiari iniziò la carriera da attore, sia in teatro che al cinema. Fu uno dei grandi protagonisti della commedia all’italiana, un filone cinematografico tipico della seconda metà degli anni Cinquanta. Nel 1946 la sua interpretazione nel film Vanità gli fece guadagnare il Nastro d’Argento.
Ma fu la televisione il vero grande amore di Walter Chiari: il piccolo schermo permise alla sua comicità di esplodere totalmente e di mostrare a tutti la sua bravura. Negli anni Sessanta furono molte le trasmissioni da lui presentate, e tutte di successo, basti pensare al famosissimo programma Canzonissima, in cui Chiari fece coppia con Mina e Paolo Panelli.
Accanto al ruolo di attore e presentatore, Walter Chiari ottenne anche quello di seduttore. Fu un vero playboy, e i suoi numerosi flirt - spesso con attrici bellissime - riempirono per molto tempo le pagine dei rotocalchi. La sua storia d’amore con l’attrice americana Ava Gardner fece sognare i lettori, e il suo matrimonio con l’italianissima Alida Chelli - dalla quale ha avuto il figlio Simone - fu commentato per lungo tempo dalla cronaca rosa.
Nel maggio 1970 per Walter Chiari iniziò improvvisamente un periodo buio. Mentre si recava negli studi della Rai, il presentatore venne raggiunto da una pattuglia di carabinieri e arrestato con l’accusa di consumo e spaccio di cocaina, insieme al presentatore Lelio Luttazzi. Lo scandalo si abbatté su Chiari, che rimase in carcere per settanta giorni.
Il processo rivelò la sua estraneità ai fatti e il presentatore venne prosciolto dalle imputazioni, ottenendo solo una condanna per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale. Nel 1985 una nuova inchiesta lo vide coinvolto, sempre per via di sostanze stupefacenti; in questo processo Chiari fu totalmente prosciolto.
La carriera di Chiari ebbe comunque un arresto: il presentatore fu allontanato dalle scene e faticosamente cercò di inserirsi nuovamente nei programmi Rai.
La sera del 20 dicembre del 1991 Chiari si spense improvvisamente nella sua casa di Milano, all’età di 67 anni, dopo una serata passata al Teatro Manzoni, in cui si esibiva il suo amico comico Gino Bramieri. Il funerale si svolse nella Chiesa di San Pietro in Sala e Walter Chiari venne salutato dall’affetto di una folla immensa: il suo pubblico, che l’aveva apprezzato e mai abbandonato.