Ricordando Paolo Valenti 

 

 

Al triplice fischio dell'arbitro milioni di tifosi attendevano, trepidanti, che con il suo piglio elegante, e allo stesso tempo vivace, Paolo Valenti (1922-1990) raccontasse l'Italia del pallone alla testa di un "esercito" di inviati.

 

A lui è intitolato un Premio biennale destinato al giornalismo sportivo radiotelevisivo di qualità. 

 

 

Nato a Roma il 6 ottobre del 1922, Paolo Valenti, dopo la laurea in lettere, inizia a lavorare alla Rai nel 1950. Commenta per la televisione pubblica numerose edizioni del Giro d'Italia, gare di automobilismo e incontri di pugilato, tra cui quello per l'assegnazione del titolo mondiale dei pesi medi tra Emile Griffith e Nino Benvenuti, nel 1967. Viene inoltre inviato a quattro edizioni delle Olimpiadi.

 

Nel 1970, con Maurizio Barendson e Remo Pascucci, realizza una delle trasmissioni sportive più popolari della televisione italiana: 90º minuto, che conduce in coppia con Maurizio Barendson fino alla riforma della Rai del 1975 e alla divisione dei palinsesti sul 1º e 2º canale. Nel 1976, all'interno del nuovo programma Domenica In ideato e condotto da Corrado, dallo studio di via Teulada in Roma, inizia la storica staffetta fra Il Corrado nazionale e Valenti che conduce da solo 90º minuto, coordinando uno staff di giornalisti delle sedi regionali Rai che illustrano poco dopo il termine degli incontri le cronache delle partite del campionato di calcio di serie A.

La formula rituale del "teatrino" - come egli stesso ha definito la trasmissione - diviene immediatamente popolare tra i tifosi italiani, che possono vedere poco dopo il termine degli incontri i filmati delle partite nell'atmosfera gioviale e garbata che caratterizza il programma.

 

La popolarità di Paolo Valenti è dunque legata al grande successo di 90º minuto, da lui condotto fino al 1990. Sempre nel 1990, in occasione dei mondiali di calcio - “Italia '90” - Valenti conduce una speciale trasmissione dal titolo Minuto Zero. Ma, già gravemente malato, si spegne poco dopo - a Roma, il 15 novembre del 1990 -.

 

In occasione della sua morte, il collega Enrico Ameri lo ricordò in un pezzo giornalistico, richiamando la citata cronaca dell'incontro Griffith-Benvenuti e una magistrale radiocronaca, nella quale Valenti fu in grado di trovare il modo di commentare per mezz'ora la posizione immobile di surplace del ciclista Antonio Maspes durante una competizione.

 

Nel corso della sua lunga carriera di giornalista sportivo Valenti rifiutò sempre di dire per quale squadra calcistica tifasse, né la cosa traspariva dai suoi commenti, estremamente imparziali. Affermava però che sarebbe apparso in tv con i colori della sua squadra, il giorno in cui avesse smesso di condurre la sua storica trasmissione, ma morì prima di portare a termine tale compito. Toccò a Nando Martellini rivelare, proprio durante 90º minuto, che Valenti era un tifoso della Fiorentina. La domenica successiva i tifosi viola gli dedicarono uno striscione: "Paolo, al 90º l'abbiamo saputo, viola con classe e dignità".

 

Nel 2000, per volontà della famiglia, è stato istituito il Premio giornalistico radiotelevisivo "Paolo Valenti". Il Premio ha cadenza biennale e il suo fine è quello di promuovere il giornalismo sportivo radiotelevisivo di qualità, ponendo l’attenzione sulle caratteristiche che venivano unanimemente riconosciute a Paolo Valenti: “immediatezza nella comunicazione, proprietà di linguaggio, originalità, innovazione ed attenzione agli aspetti umani e sociali della notizia”