Omaggio a Marta Marzotto
Una vita all’insegna della moda.
Nei suoi 85 anni - nasce a Reggio Emilia il 24 febbraio del 1931 - Marta Marzotto ha vissuto molte vite: ognuna diversa dall’altra, ma tutte caratterizzate da un guizzo inimitabile, incurante del tempo e dello spazio.
In controtendenza ma sempre alla moda, la Marzotto è diventata dunque un’icona del Bel Paese. La sua è la storia di una donna libera, e il merito forse è dell’ascesa da mondina “poverissima, di quella povertà che oggi non c’è più”, a contessa ricca e circondata dalla bellezza.
Figlia “del sottoproletariato agricolo della pianura italiana”, la piccola Marta Vacondio inizia a lavorare prestissimo ed è nell’atelier delle sorelle Aguzzi a Milano, dove fa la sartina e la modella, che conosce “il principe azzurro”, il conte Umberto Marzotto, erede dell’omonimo impero tessile vicentino. Marta ha sempre sostenuto di aver avuto solo altri due uomini nella sua vita. “Ho avuto solo tre uomini. E tutti lo sanno: Marzotto, Guttuso e Magri”, amava raccontare. “Tutto quello che hanno scritto i giornali è panna montata, a volte anche divertente. Ma sfido chiunque a dimostrare che io abbia avuto altri amori. La verità è che io sono sempre stata molto difficile, in amore. Timida e difficile”.
Con l’artista Renato Guttuso la passione è durata vent’anni. Mentre è ancora sposata con Marzotto ed è la musa di Guttuso, Marta inizia una storia anche con Lucio Magri, intellettuale e parlamentare comunista, durata dieci anni.
Il 1986 è l’annus horribilis di Marta. Contemporaneamente, infatti, la stilista viene abbandonata da tutti i suoi amori: divorzia da Umberto, chiude con Renato, si lascia male con Lucio. Il lavoro la aiuta a superare il momento. Scrive due libri, “Il successo dell’eccesso” e “Una finestra su Piazza di Spagna. La mia vita”. Disegna gioielli e abiti.
Stravagante, originale, colorata: la stilista Marzotto non passa certo inosservata. Controcorrente ai limiti del blasfemo (per il gotha della moda), una volta ha portato in passerella cento casalinghe arrivate in pullman per sfilare. Il passato torna a tormentarla nel 2008, quando gli eredi di Guttuso la denunciano per aver riprodotto, senza averne titolo, alcune opere del pittore. Verrà condannata in primo grado a otto mesi di carcere, ma tre anni dopo la Corte d’Appello di Milano annullerà la sentenza.
Poi, la vita di Marta Marzotto è diventata completamente diversa, con i suoi cinque figli e i nove nipoti che, con le famiglie allargate, sono saliti a duecento. “Credo di essere stata una buona madre, i miei figli mi proteggono”. “I miei nipoti mi chiamano Nonna Big. Essere nonna è molto più divertente che essere mamma. Ai miei nipoti insegno la libertà. E da loro imparo la tolleranza”.
Marta Marzotto, l’icona dello stile italiano, si spegne a Milano il 29 luglio del 2016.