Nunzio Filogamo
“Miei cari amici vicini e lontani”
Nunzio Filogamo nasce a Palermo il 20 settembre del 1902.
Compie gli studi in legge all’Università di Torino e alla Sorbona di Parigi. Ed è proprio durante gli anni universitari che inizia a interessarsi al teatro partecipando ad alcune rappresentazioni messe in scena dall’attrice-regista Elena Vaccaneo. Approda in seguito nel mondo dello spettacolo recitando in celebri compagnie musicali insieme a Dina Galli e alle sorelle Grammatica. Filogamo lavora anche con Nino Besozzi, Maria Melato ed Enrico Viarisio; viene quindi scritturato dall’allora famosa compagnia di Ruggero Ruggeri. Ma il grande successo per Filogamo arriva casualmente e in radio. È il 1934 quando, durante una pausa del lavoro della compagnia Ruggeri, Morbelli, autore di riviste e amico della famiglia Filogamo, convince Nunzio ad accettare la parte di Aramis nella rivista radiofonica “I quattro moschettieri”. E così Filogamo entra all’Eiar, quasi per gioco, ma il gioco presto si trasforma nell’inizio di una brillantissima carriera. Il successo della rivista infatti va oltre ogni aspettativa; seguono diverse stagioni, l’ultima delle quali, nel 1937, vede Filogamo anche come regista. Cinque anni di grande successo, e così Filogamo lascia definitivamente il teatro.
“I quattro moschettieri” ha segnato un’epoca ed è entrata a pieno diritto nella storia dello spettacolo. Per gli abbonati della radio degli anni Trenta i beniamini erano Dino De Luca (D’Artagnant), Umberto Mozzati (Porthos), Aldo Massella (Athos), e, soprattutto, Aramis, interpretato da Nunzio Filogamo che caratterizzò il suo personaggio con la sua “erre moscia” e un’attitudine un po’ snob.
A “I quattro moschettieri” era abbinato un concorso indetto dalla Perugina, basato sulla ricerca delle figurine contenute nei cioccolatini; in breve tempo si crearono borse, mercati ufficiali e quotazione delle figurine, la più rara, il Feroce Saladino, era addirittura quotata in banca.
Sull’onda del successo di quegli anni Filogamo tenta anche l’avventura discografica. Fra le sue canzonette ricordiamo, “Tutto va bene madama la marchesa”, “Qualcosa in Perù”, “Toc toc”, “Nasino in su”, “Amo tante cose”, “Cagnolino pechinese”. Intraprende anche la carriera cinematografica. Fra i suoi film, “Non c’è bisogno di denaro” di Amleto Palermi (1933), “Il serpente a sonagli” di Rafaello Matarazzo (1935), “La contessa di Parma” di Alessandro Blasetti (1937), “Ecco la radio” di Giacomo Gentilomo (1940), “Una famiglia impossibile” di Carlo Ludovico Bragaglia, “Vento di milioni” di Dino Falconi (1940).
Ma ormai Filogamo è un divo della radio italiana, dirige la Compagnia di rivista dell’Eiar di Roma che debutta il 24 novembre 1940, e, negli anni della guerra. Dopo avere interpretato altri due film, “C’è sempre un ma” di Luigi Zampa nel 1942, e “La vita nostra” di P. Faraldo nel 1943, Filogamo viene licenziato a causa del suo rifiuto a recarsi in Germania a lavorare per le truppe tedesche. Rimasto disoccupato per qualche mese, Filogamo riprende a lavorare con l’arrivo degli alleati a Roma. Viene infatti incaricato di presentare gli spettacoli organizzati per le forze armate, affiancando dopo l’arrivo degli americani, al Teatro dell’Opera di Roma, stelle come Marlene Dietrich e Jene Krupa. Grazie al maestro Segurini Nunzio riprende a lavorare anche in radio, per cui conduce la rubrica Zig zag, dalla quale lancerà la frase che diventerà celeberrima nel dopoguerra: “miei cari amici vicini e lontani, buona sera, ovunque voi siate”, poi divenuta proverbiale e simbolo del mezzo radiofonico.
Nel dopoguerra torna in radio e fa qualche comparsata al cinema. Ma il grande rilancio avviene con programmi rimasti nell’immaginario collettivo, in un’Italia che ancora non ha la televisione: “Viva la radio”, “L’ora del dilettante”, “La bacchetta d’oro”, “Il campanile d’oro” (condotto con Enzo Tortora), “Canzoni e nuvole”, “La rivista è bella”, “Dieci con lode”, e, soprattutto, “Il microfono è vostro”. Quest’ultima trasmissione diventa anche un film per la regia di Bennati, cui seguono “Miracolo a Viggiù” di Luigi Giachino, “I due sergenti di Chiesa”, e “Pentimento” di Enzo Di Gianni.
Nel 1951 tiene a battesimo il primo Festival di Sanremo; conduce anche l’edizione successiva, e quelle del 1953 e del 1954. Ma con l’avvento della televisione Filogamo viene estromesso perché ritenuto poco telegenico. Nel 1955 prosegue la sua attività in radio conducendo “Occhio magico”. Poi è la volta de “La tombola”, quindi di “Canzoni fra le nuvole”.
A Sanremo torna comunque nel 1957 al fianco di Marisa Allasio, cui non risparmia i rimproveri, nell’ultima serata, per le numerose papere. Nel 1961 è ancora in radio come conduttore di “Maestro per favore”. Conduce quindi l’edizione 1963 del Cantagiro (ed è interprete del film “Urlo contro melodia al Cantagiro ’63” per la regia di Gemmiti) e quella di “Un Disco per l’estate” 1964. Sempre nel 1964 riapproda in Tv in “La primula rossa” della serie Biblioteca di Studio Uno per la regia di Antonello Falqui. Nel 1965 conduce in radio “Moda e costume”, nel 1967 ancora in Tv in “Ieri e oggi” di Lino Procacci (1967) e al cinema ne “La guerra dei toppe” di Enzo Di Gianni.
Negli anni Settanta continua a dedicarsi alla radio partecipando alle trasmissioni per il ventesimo anniversario del festival di Sanremo e presentando programmi musicali come “Toujour Paris”, “Paris Chanson” e “La vedova è sempre allegra”. Nel 1977 compare nel ruolo di sé stesso nel film con immagini di repertorio di Roberto Faenza, “Forza Italia”.
Ma ad offrirgli un grande rilancio, fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, sono le emittenti Tele Altomilanese e Tve Teletna, che fanno si che venga richiamato dalla Tv di Stato (“La casa felice” di Massimo Scaglione, 1977; e “Una faccenda privata”, telefilm della serie Aereoporto internazionale, sempre per la regia di Massimo Scaglione, 1979).
Nel 1984 Filogamo viene riportato in Tv da Renzo Arbore nel varietà televisivo “Miei cari amici vicini e lontani” che festeggia i 50 anni della radio. È del 1986 il ritorno in Tv nel cast di “Un fantastico tragico venerdì”, in onda su Rete4.
Ritiratosi in una casa di riposo fa perdere le sue tracce, tanto da indurre Pippo Baudo, nel 1997, ad una clamorosa gaffe, quando, durante una sua trasmissione annuncia anzitempo la scomparsa di Filogamo, che poi lo contatta “redivivo”.
Nunzio Filogamo muore - veramente - a Rodello d’Alba, in provincia di Cuneo, il 24 gennaio del 2002, all’età di 100 anni.