Mario Dondero 

 

 

"Il fotografo del Novecento". 

 

 

Nato il 6 maggio del 1928 a Milano ma di origine genovese, Mario Dondero è stato uno straordinario fotogiornalista e ha lavorato molto tempo per la carta stampata.

 

Questo grande e “libero” artista, che ha continuato fino in fondo la sua attività, si è spento nella sua casa di Fermo (in provincia di Ascoli Piceno) il 13 dicembre del 2015, all’età di 87 anni.

 

 

Ancora adolescente, partecipa durante la guerra alla Resistenza nel Nord dell'Italia. Dopo la guerra si orienta verso un giornalismo a carattere sociale, collaborando con diversi quotidiani italiani, "L'Unità", "L'Avanti", "Milano Sera", e con la rivista "L'Ora", che lancia lo slogan "una fotografia vale 1000 parole". Mario allora fa parte del gruppo detto dei "Giamaicani", dal nome del Bar Giamaica di Milano, appuntamento di tanti artisti e intellettuali.

 

Nel 1955 si stabilisce a Parigi dove continuerà a collaborare sia con la stampa italiana ("l'Espresso" e "Epoca") sia con quella francese ("Le Monde", "Le Nouvel Observateur").

 

La frequentazione degli ambienti intellettuali parigini conduce Mario a scattare la sua celebre fotografia degli scrittori del "Nouveau Roman", che raggruppa Alain Robbe-Grillet, Claude Simon, Claude Mauriac, Jérôme Lindon, Robert Pinget, Samuel Beckett, Nathalie Sarraute e Claude Ollier, fotografia che secondo Alain Robbe-Grillet ha cristallizzato l'apparizione del movimento detto, appunto, del "Nouveau Roman."

 

Quest'epoca segna anche gli inizi di una fruttuosa collaborazione con la giovanissima rivista "Jeune Afrique" e con altre riviste dedicate a problematiche africane, collaborazione che darà a Mario Dondero l'opportunità di conoscere profondamente quel continente. Continuerà durante gli anni a frequentarlo cosi come altre zone del mondo, come l'America Latina, Cuba, l'URSS e più recentemente il Canada, nel 2000, l'Afghanistan nel 2004 con l'associazione umanitaria Emergency, e la Russia nel 2006.

 

Mario nel tempo ritrae e stringe amicizia con molti scrittori, artisti, attori e intellettuali, tra i quali ricordiamo Pablo Picasso, Man Ray, Francis Bacon, Alberto Giacometti, Cy Twombly, Giorgio Di Chirico, Giuseppe Ungaretti, Maria Callas, Yves Montand, Léo Ferrato, Serge Reggiani, Georges Brassens, Barbara, Serge Gainsbourg, Juliette Greco, Francis Lemarque, Orson Welles, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini.

 

Egli è inoltre assai impegnato politicamente, e fotograferà numerosi personaggi pubblici: l'abate Pierre, Jean-Yves Gontard, Fidel Castro, Deng Xiaoping, Ahmed Bella, Hailé Séllasié, Pierre Mendès-France, Jacques Duclos, François Mitterand, Robert Badinter, John F. Kennedy, Nikita Khrouchtchev, Mikhaïl Gorbatchev, Willy Brandt, solo per citarne alcuni.

 

Dondero ha vissuto in Italia, a Fermo, nelle Marche, e ha viaggiato regolarmente per realizzare i suoi servizi, collaborando particolarmente con il quotidiano "Repubblica" e con "il Diario della settimana". Importanti esposizioni gli sono state dedicate in Italia e all'estero, particolarmente a Parigi nel 2006, Bruxelles nel 2009, Londra nel 2011 e a Roma nel 2014. Nel 2002, ha fatto parte della giuria internazionale del 24° Festival di cinema dei Trois Continents a Nantes (in Francia).

Mario Dondero, rifiutando gli effetti spettacolari, è stato l'autore di una fotografia umana, rispettosa del momento e della semplicità del reale. Profondamente influenzato da Robert Capa e Henri Cartier-Bresson, il suo lavoro ha dunque rivelato un profondo impegno sociale. Ha firmato anche interessanti documentari per la televisione e il cinema

Un attento testimone del XX secolo dunque che, ci auguriamo, le Istituzioni culturali italiane desiderino ricordare sempre più spesso attraverso mostre, eventi e pubblicazioni.  

 

24/10/2017