Mario Castellani
Un ritratto di Mario Castellani (1906-1978). Dopo aver esordito nel teatro di rivista, si è affermato ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, ha saputo conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.
Il III Municipio della Capitale gli ha dedicato una via nel quartiere Porta di Roma.
Mario Castellani nasce a Roma il 2 luglio del 1906.
Dopo aver conseguito il diploma - Istituto tecnico - si dedica alla recitazione esordendo come “brillante” d’operetta nella compagnia teatrale dello zio Attilio Pietromarchi. Il passo verso il teatro di rivista è assai breve: partecipa dunque agli spettacoli dei fratelli Schwarz e a quelli della compagnia di rivista Za-Bum.
Diventa poi un'apprezzata spalla in tutti i migliori spettacoli dell’immenso Totò, apparendo accanto a lui non soltanto in teatro ma anche in quasi tutti i film interpretati dal “Principe della risata”.
Nel 1928 Castellani è uno dei principali interpreti di “Madama Follia” e di “Mille e una donna” accanto a Totò e Isa Bluette, ma diventa ufficialmente la spalla di Totò dai primi anni Quaranta, ottenendo un successo personale in “Quando meno te lo aspetti”, di Michele Galdieri, in cui recita anche la straordinaria Anna Magnani. Viene riconfermato per la stagione successiva per uno dei più grandi successi di rivista di quel periodo, “Volumineide”, sempre di Galdieri e con gli stessi interpreti. Nel 1944 è autore in “Che ti sei messo in testa?” ed è uno dei primi attori a festeggiare la Liberazione di Roma - 4 giugno 1944 - e a prendere di mira attraverso la satira il caduto regime, ancora una volta con Totò e la Magnani, in “Con un palmo di naso”. Nel dopoguerra continua ad affiancare Totò in teatro, soprattutto nella celebre rivista galdieriana “C'era una volta il mondo” (1947), con soubrette del calibro di Elena Giusti, Isa Barzizza e Gilda Marino.
A partire dal 1945 Castellani sarà la perfetta spalla di Totò in una lunga serie di pellicole: con il suo garbato spirito brillante e la sua pronta reattività sostiene in modo impareggiabile gli spiritosi e improvvisati dialoghi. Tra i tanti film ricordiamo: “Fifa e arena” (1948) di Mario Mattoli, “Totò cerca moglie” (1949) di Carlo Ludovico Bragaglia, “Le sei mogli di Barbablù” (1950), sempre di Bragaglia, “Totò a colori” (1952) di Steno (dove Totò e Castellani ripropongono il celebre sketch teatrale del vagone letto), “Il più comico spettacolo del mondo” (1953) di Mario Mattoli, “Chi si ferma è perduto” (1960) di Sergio Corbucci, “Totò contro i quattro” (1963) di Steno, nel quale è anche direttore dei dialoghi.
Nel 1956 torna in teatro debuttando da protagonista nella commedia di Marotta e Randone, “Il malato per tutti”, ottenendo un notevole successo personale e partecipando anche ad altri atti unici della stessa formazione diretta da Maner Lualdi, denominata "Compagnia delle 15 Novità". Nella stagione seguente è scritturato dalla compagnia di Peppino De Filippo con buoni consensi di pubblico e di critica, soprattutto per la sua prestazione in “Le metamorfosi di un suonatore ambulante” (1957).
Nel 1967 - poco prima della morte di Totò - Castellani gli è di nuovo a fianco in una serie televisiva, “TuttoTotò” diretta da Daniele D'Anza: uno spettacolo a episodi dedicato alla carriera del comico, in cui vengono riproposti gli sketch più celebri dei suoi spettacoli teatrali.
Dopo la scomparsa del suo grande amico, Castellani dirada i propri impegni professionali. Negli ultimi anni apparirà quasi esclusivamente in televisione, soprattutto in rappresentazioni di commedie di Peppino De Filippo.
Si spegne a Roma il 26 aprile del 1978, all’età di 71 anni.