La ricorrenza
2 agosto 1980: la strage di Bologna.
Bologna, stazione ferroviaria. Sono le 10.25 del 2 agosto 1980 quando una bomba potentissima esplode nella sala di attesa di seconda classe devastando anche il bar e il ristorante attigui.
Il boato della deflagrazione viene sentito a 15 chilometri di distanza. Il bilancio delle vittime è di 85 morti e oltre 200 feriti. La più grande strage italiana in tempo di pace.
Sabato 2 agosto 1980 molti italiani stanno cominciando le ferie estive. Alcuni scelgono le autostrade, pronti ad affrontare interminabili code, stipati tra le lamiere roventi delle automobili. Altri preferiscono il treno. La stazione ferroviaria di Bologna quindi è gremita di persone fin dalle prime ore del mattino. Alle 10.25 però il tempo si ferma: 23 kg di tritolo contenuti in una valigetta esplodono nella sala d’aspetto di seconda classe. Le lancette del grande orologio, che faceva affrettare il passo ai viaggiatori in ritardo, segnano ancora oggi quella tragica ora.
Un boato squarcia l’aria, crolla l’ala sinistra dell’edificio: della sala d’aspetto di seconda classe, del ristorante, degli uffici del primo piano non resta più nulla. Una valanga di macerie si abbatte anche sul treno Adria Express 13534 Ancona-Basilea, fermo sul primo binario. Pochi interminabili istanti: uomini, donne e bambini restano schiacciati. Uno scenario di guerra, un cumulo di macerie tra cui si scaverà giorno e notte per molto tempo.
Il bilancio giudiziario dell’attentato più grave dell’Italia repubblicana consta di 15 processi, 21 anni di udienze, una trentina di imputati a vario titolo e tre condannati con sentenza definitiva (23 novembre 1995 Mambro e Fioravanti e 9 marzo 2002 Luigi Ciavardini) come esecutori materiali della strage di Bologna.
Valerio Fioravanti e Francesca Mambro si sono sempre professati innocenti.
Non sono mai stati individuati i presunti ispiratori della strage, così come coloro che avrebbero fornito l’esplosivo.
Dall’aprile del 2014 sui fascicoli dell’indagine è stato tolto il segreto di Stato.
Tuttavia, a distanza di 38 anni, quello di Bologna rimane un caso pieno di interrogativi ancora privi di risposta.