La nascita della Costituzione

 

 

 

In perfetta osservanza del termine prefissato, con ordinata operazione di voto e un’ alta partecipazione dei cittadini alle urne, l’Assemblea Costituente venne eletta nei giorni 2 e 3 giugno 1946, risultando composta da 556 “onorevoli costituenti”. 

 

 

 

 

Costituzione, Assemblea Costituente: parole “nuove” per la gente comune, di cui bisognava diffondere il significato, affinché l’operazione elettorale del 2 giugno risultasse una votazione consapevole; parole implicanti un’azione complessa, che occorreva opportunamente preparare. Era infatti la prima volta che lo Stato italiano avrebbe avuto una “sua” Costituzione, deliberata da un’Assemblea Costituente, in luogo dello Statuto del Regno, una carta costituzionale “concessa” nel 1848 da re Carlo Alberto per il Regno sardo piemontese e divenuta Statuto del Regno d’Italia per estensione plebiscitaria. Il sistema proporzionalistico, adottato per la sua elezione, aveva conferito all’Assemblea Costituente una rappresentanza politica variegata, dominata dai tre partiti protagonisti della vita politica italiana: la Democrazia Cristiana in testa con 207 “costituenti”, il Partito Socialista con 115, il Partito Comunista con 104. Vi erano parecchi altri minori raggruppamenti. Così l’Unione Democratica Nazionale, che nei suoi 41 rappresentanti raccoglieva liberali, democratici del lavoro e indipendenti; il “Fronte dell’Uomo Qualunque” con 30 rappresentanti capeggiati dal suo fondatore Guglielmo Giannini, un noto commediografo giornalista, che aveva suscitato un movimento politico intorno al suo giornale intitolato “L’Uomo Qualunque”; i 23 rappresentanti del Partito Repubblicano Italiano, ancorato al programma del Partito Repubblicano Storico e 36 rappresentanti di gruppi politici minori, tra i quali il Blocco Nazionale della Libertà, il Partito d’Azione, il Partito dei Contadini ed altri.

Questa così composita Assemblea Costituente doveva provvedere, nel giro di appena 8 mesi, alla elaborazione e alla approvazione della nuova Costituzione italiana, e avrebbe dovuto, insieme, svolgere altri compiti politici e legislativi. Riunitasi il 25 giugno 1946 per la prima volta a Montecitorio, prescelto come sua sede, sotto la presidenza del decano Vittorio Emanuele Orlando, l’Assemblea elesse prima di tutto il suo Presidente nella persona di Giuseppe Saragat. Quindi provvide alla elezione del Capo Provvisorio dello Stato nella persona di Enrico De Nicola, avendo il “referendum” sulla questione istituzionale attribuito una netta vittoria alla forma di Stato repubblicana. E passò ad occuparsi del suo compito primario. Poiché nessun progetto di Costituzione era stato predisposto dal Governo, né dal ministero per la Costituente, né era previsto che lo fosse, bisognava cominciare con l’elaborarlo. Si stabilì pertanto di conferire questo incarico ad una Commissione, composta da 75 “costituenti” e da questo numero denominata poi la Commissione dei 75, presieduta da Meuccio Ruini, già Presidente del Consiglio di Stato, uomo politico di vasta cultura, la cui appartenenza al Partito Democratico del Lavoro garantiva vedute equilibrate e moderate. I 75 “costituenti” designati dal Presidente dell’Assemblea furono, in pratica, i “facitori” della Costituzione - in quanto il progetto da loro predisposto subì poche varianti sostanziali e formali da parte dell’Assemblea - e furono scelti in proporzione alla forza numerica dei gruppi politici che componevano l’Assemblea. Nella Commissione erano presenti eminenti personalità degli stessi partiti, come Palmiro Togliatti e Attilio Piccioni, giovani e meno giovani “costituenti”, tra i quali alcuni sarebbero saliti ad altissimi ranghi della vita politica italiana, come Luigi Einaudi, Giovanni Leone, Amintore Fanfani, Aldo Moro, Emilio Taviani, Umberto Terracini. Vi erano inoltre “tecnici” di grande prestigio, come i professori di diritto pubblico Piero Calamandrei e Costantino Mortati.

Tuttavia la Commissione dei 75 era troppo numerosa per deliberare collegialmente, soprattutto con la richiesta rapidità, perché l’Assemblea Costituente, investendola dell’incarico, le aveva prefissato un termine di tre mesi. La Commissione fu quindi suddivisa in tre sottocommissioni, a ciascuna delle quali fu assegnato di predisporre una diversa parte del progetto, rimettendosi ad un Comitato ristretto chiamato di “redazione” la coordinazione delle parti, e alla Commissione nel suo “plenum” le decisioni sui punti rimasti controversi e l’approvazione finale.

Distribuito il lavoro, le sottocommissioni si misero immediatamente all’opera e si organizzarono, a loro volta, con presidenze, relatori e segretari, tenendo sedute con ritmo serrato. Ma il periodo di tre mesi per la redazione del progetto di Costituzione si rivelò inadeguato, soprattutto per approntare l’ordinamento della Repubblica, per cui il progetto venne presentato alla Presidenza dell’Assemblea Costituente solo alla fine del gennaio 1947, accompagnato da una chiara relazione dell’on. Ruini. Questo ritardo sui tempi era stato previsto e l’Assemblea Costituente deliberò la propria proroga fino al 24 giugno 1947; ma anche questa protrazione non bastò e fu necessaria una seconda proroga fino al 31 dicembre 1947. Queste proroghe furono causate anche dall’esercizio dell’attività politico-legislativa, che in certi momenti assorbì interamente l’Assemblea. Si verificarono peraltro eventi politici che indussero lo stesso on. Saragat a dimettersi dalla carica di Presidente dell’Assemblea Costituente; al suo posto venne eletto Umberto Terracini, al quale toccò l’onere e l’onore di dirigere la discussione e l’approvazione da parte dell’Assemblea Costituente della nuova Costituzione.

Il 22 dicembre 1947 il testo definitivo, con i suoi 139 articoli e le disposizioni finali e transitorie, venne sottoposto al voto segreto ed approvato con 453 voti favorevoli e 62 contrari. Infine l’Assemblea approvò l’emblema dello Stato: “La stella a cinque raggi di bianco bordata di rosso, accollata agli assi di una ruota d’acciaio dentata, tra due rami di olivo e di quercia, legati da un nastro rosso, con la scritta di bianco in carattere capitale: Repubblica Italiana”.

Il 1° gennaio 1948 la Costituzione italiana entrò ufficialmente in vigore.