L’UNESCO
Il 16 novembre del 1945 veniva istituito l’UNESCO (United Nations Educational Scientific and Cultural Organisation), per favorire la collaborazione tra le nazioni in nome della tutela dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo e sostenere la crescita educativa e culturale dei paesi devastati dalla guerra.
Il 16 novembre 1945 a Londra nasceva l’UNESCO, come risultato di una conferenza organizzata dall’Istituto internazionale per la cooperazione intellettuale della Società delle Nazioni.
I 44 paesi che vi presero parte si trovarono concordi sull’esigenza di dare vita ad un organismo che esprimesse una vera “cultura di pace” e incarnasse un nuovo spirito di solidarietà intellettuale e morale tra gli uomini, senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione. Principi inseriti nella “Costituzione” - che ne segnò l’atto di nascita formale - firmata da 37 nazioni il 16 novembre del 1945, ed entrata in vigore l’anno seguente dopo la ratifica di 20 paesi.
Come sede ufficiale fu scelta Parigi, dove dal 19 novembre dello stesso anno si aprì la prima “Conferenza Generale dell'UNESCO”, alla quale presero parte rappresentanti di 30 governi con diritto di voto. In quella sede fu designato come primo direttore generale lo scrittore e biologo britannico Julian Huxley, che rimarcò l’indipendenza del nuovo soggetto dagli Stati membri, verso i quali si propose di esercitare, attraverso i suoi delegati, un'opera di sensibilizzazione sulle iniziative da intraprendere.
Nella seconda Conferenza di Città del Messico (1947) fu votata all’unanimità l’ammissione dell’Italia, arrivando a contare, alla fine del 1948, 44 membri.
Oggi ne conta 195 - l’ultima è stata la Palestina, ammessa nel 2011 nonostante le
proteste di Stati Uniti e Israele - di cui sono espressione le duemila unità che compongono lo staff diplomatico. E proprio gli Stati Uniti hanno recentemente
annunciato - nell'ottobre del 2017, con decorrenza dal 2019 - il loro ritiro dall'Organizzazione: gli Usa resteranno poi in qualità di "osservatore permanente". Alla base della decisione "la
prosecuzione del presunto pregiudizio anti-Israele espresso dall'UNESCO".
Verso la fine degli anni Cinquanta l’UNESCO sposò un’altra fondamentale missione: preservare siti storici e naturalistici preziosi per l’umanità. L’episodio chiave fu il progetto di una diga ad Assuan, in Egitto, che esponeva ai disastrosi effetti di un’inondazione gli splendidi templi di Abu Simbel. La campagna lanciata dall’UNESCO portò alla decisione di mettere al sicuro le antiche strutture, smontandole e rimontandole in un altro luogo.
A questa seguirono iniziative simili fino alla definitiva adozione nel 1972 della “Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità”, che istituiva un elenco speciale di siti storici e naturalistici, segnalati per valori di “universalità”, “unicità” e “insostituibilità”, indicati nella Convenzione.
Dei 1.092 beni da tutelare attualmente inclusi nell’elenco, l’Italia ne vanta il maggior numero con ben 54 siti.