INGRANDIMENTI: 

IL PREROMANTICISMO.


Il sogno di Ossian - Jean Auguste Dominique Ingres, 1813
Il sogno di Ossian - Jean Auguste Dominique Ingres, 1813

 

Il Preromanticismo

 

[a cura di Roberta Muzzi]

 

 

 

 

Tratti generali in alcune figure letterarie del periodo in Germania, Inghilterra, Francia e Italia. 

 

 

 

Il romanticismo è un movimento culturale che si sviluppa nei primi anni dell’800 in Germania e che avrà ampia diffusione in tutta Europa. Osserviamo  dunque le radici di questo movimento in alcuni paesi europei.

 

Il romanticismo, nella sua genesi settentrionale, nasce come riscoperta e rivalutazione delle antiche tradizioni, di miti e di leggende nazionali medioevali. Troviamo quindi nel preromanticismo tedesco un intreccio di temi e motivi della mitologia nordica, come per es. quelli della “Saga dei Nibelunghi”, con quelli della tradizione cristiana medioevale, come ad es. i temi dei romanzi di C. de Troyes; troviamo una predilezione per la forma introspettiva, per le dinamiche sentimentali, per caratteri passionali, eroici o tormentati, per un’espressione immediata dei sentimenti. Questi temi e motivi fondamentali nascono dalla volontà di non voler prendere in considerazione il patrimonio mitologico del mondo greco-latino, con i suoi ideali di equilibrio e le sue espressioni formali, tipici del classicismo. Tale patrimonio si era infatti organizzato in forme canoniche, mentre la maggior parte dei miti nordici faceva parte di una tradizione orale diversa e più fortemente sentita. Inoltre il classicismo, in quanto patrimonio di miti e forme greche e romane, in queste regioni settentrionali  fu sentito come un fenomeno importato culturalmente, e quindi non sempre facilmente integrabile con la tradizione e la cultura differente del patrimonio culturale di miti e leggende locali. 

 

1) James Macpherson (Ruthven, 27 ottobre 1736 – Belville, 17 febbraio 1796)

      Poeta scozzese.

 

Un primo esempio della circolazione dei nuovi temi nella letteratura lo possiamo trovare nei  i “Canti di Ossian” di James Macpherson, del 1765. Questo autore scozzese, pubblicò una raccolta di poesie in prosa ritmica che presentò come una rielaborazione di antichi canti gaelici con il titolo di “Canti di Ossian”, attribuiti appunto ad Ossian, leggendario guerriero e bardo gaelico che si suppone sia vissuto nel 3° secolo d.C..

I “Canti di Ossian”, scritti in tono epico alternando lirico ed elegiaco, narrano varie storie intricate tra loro. I motivi ricorrenti di queste storie, ambientate sullo sfondo di  paesaggi romantici, sono la guerra nella quale sono travolti personaggi regali ed eroici, l’onore e la virtù cavalleresca dei guerrieri e il triste destino di amanti. Troviamo in questi canti una rivalutazione del Medioevo che non è più considerato come epoca buia, ma come periodo ricco di una letteratura che nasce da valori spontanei legati ai sentimenti e alla fantasia del popolo.

Nei “Canti di Ossian” l’autore recupera anche le tematiche sepolcrali del preromanticismo anglosassone di Thomas Gray e di Edward Young. La visione di lugubri paesaggi notturni, di tombe in rovina, il senso della vanità di tutte le cose (temi classici della poesia sepolcrale) sono avvolti insieme dal tono patetico del preromanticismo.

I “Canti di Ossian” avevano suscitato grande entusiasmo in tutta Europa ed in Italia verranno tradotti nel 1763 da Melchiorre Cesarotti.

In Germania sul finire del ‘700 nasce e si diffonde la corrente dello “Sturm und Drang”. Ad opera principalmente di Goethe, Schiller e di Herder, si era sviluppato un movimento noto come preromanticismo che aveva dato vita tra il 1770 e il 1785 alla corrente dello Sturm und Drang. Con questo termine, la cui traduzione in italiano è “tempesta e impeto”, si designa un movimento culturale che era avverso ai rigidi schemi razionalistici imposti dall'Illuminismo del secolo precedente e che afferma, invece, l'istinto naturale dell’uomo e delle sue azioni, la libertà dei sentimenti e delle passioni. 

 

2) Johann Wolfgang von Goethe (Francoforte sul Meno, 28 agosto 1749 – Weimar, 22 marzo 1832)

      Il preromanticismo tedesco.

 

Il romanzo epistolare di Goethe, “I dolori del giovane Werther” pubblicato nel 1774, narra una triste storia d'amore che si conclude con il suicidio del protagonista, il giovane Werther, ed è considerato il primo romanzo preromantico in Germania. Il romanzo contiene già tutti i temi che saranno approfonditi dai romantici della prima metà dell’800.

Questo romanzo epistolare è costituito dalle lettere del giovane Werther ad un amico nelle quali racconta il suo amore per Lotte, promessa sposa di Albert. L'amore negato diviene il simbolo di una disperazione che investe la vita di ogni individuo che lotta contro le frustrazioni e le oppressioni che gli impediscono di esprimersi liberamente nella vita quotidiana, quindi diviene simbolo anche di una società oppressiva, le cui regole vietano l'espressione dei sentimenti e dell’individuo. Werther è simbolo dell’intellettuale che si rivolta contro la società. Ma la rivolta è sterile e quindi l’unica via di riscatto dell’individuo è il suicidio. Werther è frustrato dalle regole oppressive della società, egli è anche romantico e sublime nelle sue passioni fino all’ultimo gesto suicida, autentico nel suo sentire che si oppone all'ipocrisia del mondo. Il comportamento di Werther s’ispira al titanismo, l'eroe che sfida forze superiori; Werther giunge fino in fondo nella sua lotta anche quando sa bene che sarà sconfitto.

Il romanzo “I dolori del giovane Werther” ebbe un grandissimo successo tanto da creare anche una moda, il wertherismo. Il Werther sarà uno dei libri più letti e imitati tra il ‘700 e l’800.

Sul finire del ‘700 nasce quindi un nuovo modello umano. 

 

3) Thomas Gray (Londra, 26 dicembre 1716 – Cambridge, 30 luglio 1771)

      Il preromanticismo inglese.

 

Il componimento più celebre di T. Gray, "Elegia scritta in un cimitero campestre" (Elegy Written in a Country Churchyard) è composta nel 1751.

L'Elegia ebbe notevole diffusione sia per la sua bellezza che per i nuovi temi proposti. Infatti T. Gray è riuscito a fondere le forme poetiche tradizionali con nuove forme d'espressione e nuovi temi, diventando uno dei precursori del romanticismo inglese. Con T. Gray nasce la scuola della poesia cimiteriale,così chiamata perché i componimenti dei poeti che si raccolgono attorno ad essa ripropongono i temi fondamentali della poesia di Gray. Questi poeti riflettono sulla fugacità dell'esistenza e le loro riflessioni sono ambientate in atmosfere meste e crepuscolari.

La poesia cimiteriale è emblematica di una particolare sensibilità poetica nata in ambito anglosassone che troviamo in una serie di poeti che hanno una predisposizione per un gusto e una sensibilità malinconica, patetica, per le tematiche della morte, le ambientazioni notturne con spettri e sepolcri, e che a volte hanno spunti di vero e proprio compiacimento macabro.

La poesia di Thomas Gray e quella Edward Young fu l'ispiratrice della poesia preromantica in altri paesi europei, soprattutto Edward Young con “Night Thoughts”, scritta nel 1742. 

 

4) Edward Young (Ruthven, 27 ottobre 1736 – Belville, 17 febbraio 1796)

 

I suoi "Pensieri Notturni”ottennero una rapida fama, questi pensieri sono delle vere e proprie meditazioni funebri ed ebbero un enorme diffusione nel corso del XVIII secolo e nei primi anni del XIX, in tutta Europa. I suoi “Night Thoughts” furono tradotti in molte lingue europee. Anche in Italia il successo di Young fu grande ed immediato, tanto che nel 1770, dopo la morte dell'autore, sulla scorta delle versioni in francese iniziarono a circolare traduzioni del poema col titolo di "Notti", ad opera di Giuseppe Bottoni, dell'abate Alberti e di Lodovico Antonio Loschi, sempre in prosa poetica. La stessa figura storica di Young influenzò molti poeti del tempo. Anche il nostro Ugo Foscolo nelle sue elegie “In morte di Amaritte” e in “Le rimembranze” da vita a delle evocazioni fantastiche dove il poeta Young è rappresentato mentre piange sul corpo esanime di Narcisa (nome fittizio con cui Young indica, nella terza notte del suo poema, sua figlia morta). 

 

5) François-René de Chateaubriand (Saint-Malo, 4 settembre 1768 – Parigi, 4 luglio 1848)

     Il preromanticismo francese.

 

“René” è un romanzo autobiografico dello scrittore francese François-René de Chateaubriand. René apparve inizialmente all'interno del “Genio del Cristianesimo” nel 1802, ma raggiunse un tale successo che, al pari di “Atala”, venne ripubblicato separatamente nel 1805.

Il protagonista René è caratterizzato da un sentimento d'inadeguatezza della propria esistenza rispetto alla velocità dei nuovi avvenimenti storici. Egli non riesce più a trovare il suo posto in questo mondo dove gli accadimenti storici sono troppo veloci rispetto allo svolgersi della sua esistenza, egli non riesce più ad identificarsi con la propria realtà storica e si rifugia nel «vague des passions» (la vaghezza delle passioni). Le sofferenze del giovane René mostrano il cosiddetto «mal du siècle», il "mal di vivere". Egli stesso è consapevole di soffrire a causa di questo sentimento di vaghezza delle passioni e del male di vivere e accusa la società in cui vive di non comprenderlo.

“Atala” è un romanzo che presenta il mito del "buon selvaggio" che si era già sviluppato nel secolo precedente. I due protagonisti del romanzo sono Atala e Chactas e sono due semi-selvaggi. L'amore di Atala e Chactas, così come quello tra René e Amelia, è disperato. I due episodi hanno quindi in comune uno dei temi fondamentali di questo periodo: il triste destino degli amanti.

Il filosofo Jean-Jacques Rousseau ha dato un contributo decisivo per ciò che riguarda un altro tema di questo periodo, quello del fascino dell'esotico, che ritroviamo nei due romanzi francesi. È proprio Rousseau che esalta il rapporto dell'individuo con la natura, sviluppando il cosiddetto mito del “buon selvaggio”.

Il “buon selvaggio”è l'uomo che vive in società meno sviluppate, che possiede un animo puro e nobile perché non è ancora contaminato dalla civiltà moderna, dal progresso che comporta distorsioni e infelicità. Il “buon selvaggio” è la rappresentazione di un mito basato sulla convinzione che l'uomo in origine fosse un "animale" buono e pacifico e solo successivamente corrotto dalla società e quindi diventato malvagio.

In Francia, pertanto, si sviluppano anche altri temi rispetto alla poesia sepolcrale del mondo anglosassone che avrà notevole influenza anche in Italia. Infatti, l’“Elegia scritta in un cimitero campestre" di Thomas Gray è tradotta dal Cesarotti in versi sciolti nel 1772 e dal Torelli in quartine nel 1776. Ed è sempre del Cesarotti - come già ricordato - la più famosa versione italiana dei “Canti di Ossian” (1763).

Sulla scia di queste traduzioni, ma a volte ancora con contaminazioni dantesche e con il contributo di reminiscenze di certa poesia settecentesca, alcuni poeti preromantici scrissero opere di chiara ascendenza cimiteriale. Quest’ultime le ritroviamo in Ugo Foscolo.

Ma il Foscolo subì anche il fascino e l’influenza del poeta Goethe. 

 

6) Ugo Foscolo (Zante, 6 febbraio 1778 – Londra, 10 settembre 1827)

     Il preromanticismo italiano.

 

Il Foscolo fu fortemente ispirato dal romanzo di Goethe “I dolori del giovane Werther” e scriverà il romanzo epistolare “Le ultime lettere di Jacopo Ortis” nel 1789 nel quale narra l’amore tormentato per Teresa Monti e si conclude con il suicidio del protagonista Jacopo Ortis.

Foscolo riprende dal Werther sia la forma del romanzo autobiografico ed epistolare, sia il tema dell’amore tormentato che si conclude con il suicidio del protagonista. Come nel Werther infatti l'amore negato è simbolo di una disperazione che investe ogni azione della vita dell’individuo che lotta contro l’oppressione e che gli impedisce di esprimersi liberamente nella vita. Nel caso di Foscolo l’oppressione si identifica nell’invasore austriaco in Italia e nella forte delusione storica del Trattato di Campoformio firmato da Napoleone nel 1799, con il quale la Repubblica di Venezia veniva ceduta insieme all'Istria e alla Dalmazia all'Arciducato d'Austria che, in cambio, riconobbe la Repubblica cisalpina (stato dell'Italia settentrionale, che si estese principalmente nelle odierne regioni della Lombardia ed Emilia-Romagna e, marginalmente, in Veneto e in Toscana). Alla Francia andavano inoltre tutte le isole Ionie (Corfù, Zante, Cefalonia, ecc.). Con il Trattato di Campoformio si sancisce la fine per le repubbliche democratiche del 1799.

L’autore dell’Ortis approda ad una visione laica e materialistica della società così distante dalla fiducia che l'Illuminismo riponeva nella realizzazione positiva della ragione nella storia. Troviamo in Foscolo il tema dell'amor di patria, il conflitto tra l’intellettuale e la società. Quest’ultima, infatti, vive solo per il raggiungimento del benessere materiale mentre l’intellettuale cerca di risvegliarla e di riportarla ad una vita fatta di valori e di ideali.

Ne “Dei Sepolcri” pubblicati nel 1807 invece ritroviamo l’influenza della poesia cimiteriale anglosassone.

L’editto napoleonico di Saint-Cloud del 1804 aveva imposto all’Italia di seppellire i morti al di fuori delle mura cittadine e sarà proprio questo evento che scatenerà una forte meditazione filosofica sulla morte e sul significato dell'agire umano del Foscolo.

Foscolo avrà una lunga discussione con Ippolito Pindemonte sulle teorie del materialismo durante la quale si sofferma sul significato e la funzione che la tomba viene ad assumere per i vivi, impostando il suo carme come una celebrazione di alti valori ed ideali che soli danno significato alla vita umana. La morte è legge ineluttabile nel destino dell’uomo, ma il poeta la accetta con la ragione e la respinge con il sentimento cercando di superarla stabilendo tra i vivi e i defunti una “corrispondenza d'amorosi sensi”. 

 

7) Ippolito Pindemonte (Verona, 13 novembre 1753 – Verona, 18 novembre 1828)

 

Ma il vero fondatore della poesia cimiteriale in Italia fu Ippolito Pindemonte con “I Cimiteri” e “I Sepolcri”.

La vena cimiteriale di Pindemonte è ripresa soprattutto da Gray e dalla sua morbida malinconia. Infatti, nelle poesie di Pindemonte troviamo paesaggi colmi di quiete, una malinconia più arcadica che non le immagini tetre e inquietanti come in Young.

Le ragioni del successo di questa nuova poesia stanno nella crisi decisiva dei temi dominanti nel secolo precedente, e nella volontà di una poesia nuova.

Infatti, la fede nella ragione che sola è in grado di illuminare la vita dell’uomo in tutte le sue scelte a discapito della sfera irrazionale, emotiva e istintiva, che ha dominato tutto il secolo precedente, comincia ad indebolirsi, a non essere più idolatrata come unica via verso la verità della conoscenza. La sfera del mondo irrazionale dell’uomo viene alla luce con le sue passioni, con i suoi impeti, tumulti, nelle sue varie manifestazioni ed espressioni letterarie: autobiografiche / intime amorose; civili / patriottiche.

 

La crisi degli ideali rivoluzionari

 

Nel periodo preromantico - seconda metà del XVIII secolo - assistiamo quindi alla nascita di nuove sensibilità in accordo con il periodo storico al quale fa riferimento, ovvero in rapporto ai nuovi stimoli delle grandi rivoluzioni.

Con l'esperienza della dittatura napoleonica gli ideali fondamentali dell'Illuminismo (razionalismo, ottimismo e fiducia nel progresso, antireligiosità e antistoricismo) subiscono una profonda crisi, mentre al loro posto si diffondono nuove istanze di carattere pessimistico e di sfiducia nei confronti della ragione.

Dalla Francia si diffondono le teorie del filosofo Jean-Jacques Rousseau e dell'Illuminismo antirazionale. Con quest’ultima espressione si riconosce che l’eccessiva fede nella ragione ha portato ad un progressivo soffocamento delle componenti naturali dell’uomo, quali sentimenti, le passioni, l’istinto e l’immaginazione. L’uomo per essere felice deve trovare un comportamento equilibrato tra ragione e natura.

Il nostro Foscolo sviluppa la concezione materialistica secondo la quale la vita è materia, la vita è un ciclo continuo di vita e di morte. Il poeta, per superare questa triste prospettiva, si affida alle "Illusioni". Queste ultime sono gli ideali che, respinti dalla mente razionale, sono invece considerati parte della vita dell’uomo il quale si rifiuta di credere che tutto possa avere fine e che tutto sia dimenticato dopo la morte, anche le gesta eroiche di grandi uomini che hanno contribuito alla storia dei propri paesi.

L’illusione per eccellenza è la Poesia che è costituita a sua volta da altre Illusioni quali la Bellezza, l’Amore, la Patria, con le quali l’uomo può superare la concezione materialistica della vita.

Con le guerre napoleoniche finisce il sogno di libertà del popolo incarnato dalla rivoluzione francese del 1789. Si delinea una crisi nell’età dei lumi che finisce nelle guerre del periodo del terrore e in quello della tirannia di Napoleone.

Gli ostacoli che si sono interposti ad uno sviluppo concreto degli ideali rivoluzionari verranno sottoposti ad un'attenta analisi critica: il fallimento dell'astratto razionalismo illuministico e della sua promessa di una rapida felicità umana, portano al recupero della tradizione letteraria nazionale, in Italia come negli altri paesi europei.

Anche l’Italia sarà profondamente delusa dalla politica napoleonica con il “Trattato di Campoformio” del 1799, e si riflette anche sul fallimento della rivoluzione napoletana. Il nostro Vincenzo Cuoco, con il suo "Saggio sulla rivoluzione napoletana del 1799”, afferma che "una rivoluzione non può essere opera di ragione, ma deve partire da esigenze concrete, economiche e sociali del popolo che si sente spinto dal bisogno, non da ideologie".