IL VERDE IN CITTA'
[di Alessandro Quinti]
[Una risorsa da tutelare e valorizzare]
Dei parchi e delle ville storiche della Capitale, lo ricorderete, ci siamo già occupati in passato, sia dalle colonne del sito tematico Raccontaroma, che tra le pagine elettroniche della ebook Kindle series, “Un giorno a Roma”. Tuttavia, come recita il vecchio adagio, “repetita iuvant”, e più che mai in un momento storico come quello che stiamo vivendo, dai tratti emergenziali, e in ottemperanza delle linee guida dettate dalle misure di contenimento della diffusione del Covid-19, appare ancor più importante tutelare e valorizzare una risorsa come quella rappresentata dal verde in città, appunto.
Attraversando Roma, dal centro alla periferia, in particolare dirigendoci verso il quadrante a Nord della Capitale, si incontrano alcune grandi aree verdi della città, da Villa Borghese a Villa Torlonia, da Villa Glori a Villa Ada a Parco Talenti, dal Parco delle Valli al Parco delle Sabine: esempi - potremmo citarne degli altri - di aree verdi, pubbliche o private, che rappresentano un valore aggiunto irrinunciabile per l’equilibrio della nostra frenetica quotidianità metropolitana. Ma chi si occupa del loro stato di salute? Chi sovraintende alla buona e sana gestione di un patrimonio così prezioso e delicato? Logicamente le istituzioni capitoline dedicate, per quel che riguarda le aree pubbliche, e i beneficiari delle concessioni per le aree private. Ma un ruolo determinante, e direi quasi strategico, è ricoperto dalle molte associazioni di volontariato e dagli innumerevoli comitati di quartiere impegnati in prima fila con forza e tenacia sul difficile “terreno” della manutenzione ordinaria e straordinaria delle aree in oggetto. Ed è proprio questo il tasto che voglio toccare. Ovvero la consapevolezza dell’importanza del lavoro gratuito, dunque volontario, svolto con grande motivazione da tante donne e uomini che evidentemente non conosciamo ma che salvaguardano quei momenti felici e rigeneranti che ci capita di trascorrere passeggiando alla ri-scoperta di un parco; da soli o in compagnia, a piedi o in bicicletta, o con i nostri amici a quattro zampe. Momenti semplici e intensi fatti di luci e colori, di odori e sapori che riavvicinano alla natura, alla terra. Un beneficio assicurato per grandi e piccoli, per non parlare della terza età.
Ebbene, riflettiamo su questo. Consideriamo che ognuno di noi, anche senza necessariamente far parte di un gruppo, piuttosto che di un altro, può contribuire con piccoli gesti a rendere migliore il verde urbano, seguendo le semplici regole del buon senso comune in termini di rispetto e pulizia del luogo che visitiamo, o in cui sostiamo per consumare un tranquillo pic-nic, o per giocare e correre con i nostri bambini o i nostri inseparabili animali domestici. Una riflessione questa che, fuor di retorica, dovrebbe guidare il nostro agire tout-court, senza tentennamenti, allontanando ogni sorta di visione di parte, seguendo esclusivamente la stella polare dell’amore e dell’interesse per il vasto ed eterogeneo territorio capitolino, ricco di angoli naturalistici ancora capaci di stupirci e meravigliarci.
Una veduta aerea del Parco delle Sabine