I GRANDI LETTERATI: 

LUIGI PIRANDELLO.


La Casa Museo di Luigi Pirandello a Roma: l'ultima dimora del grande narratore.
La Casa Museo di Luigi Pirandello a Roma: l'ultima dimora del grande narratore.

Letteratura

 

 

Luigi Pirandello (1867-1936). Quanti uomini in uno, quante esistenze vissute, e sofferte, dentro una singola esistenza. Scrittore, poeta, drammaturgo, con le sue opere è assurto al più alto grado della scala della narrazione tout court; di qui la ricorrente definizione che lo caratterizza e connota quale uno dei massimi narratori del ‘900.

 

A lui ho dedicato una pubblicazione ebook Kindle della serie "I Grandi letterati del Novecento", disponibile on line nello Store di Amazon.  

 

Ma qui e ora, per ricordarlo insieme, partiamo però dalla fine, accennando, seppur brevemente, alla Casa Museo Luigi Pirandello, in Roma, ovvero l’ultima dimora del grande autore siciliano, dove egli si è spento il 10 dicembre del 1936.

Situata all’ultimo piano di un bel villino liberty in Via Antonio Bosio 13 b, a pochi passi da Villa Torlonia, nel quartiere Nomentano della Capitale, la Casa Museo Luigi Pirandello è già passata alla storia come Villa Pirandello. Qui lo scrittore ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, e proprio qui ha appreso la notizia del conseguimento del Premio Nobel per la Letteratura, nel 1934. Precedentemente Pirandello aveva abitato al piano rialzato insieme alla sua famiglia. 

Dal 1962 l’abitazione ospita la sede dell’Istituto di Studi pirandelliani e sul Teatro italiano contemporaneo, cui è affidata la custodia del patrimonio storico-artistico, la tutela e la valorizzazione della biblioteca e degli archivi, che sono consultabili. Un patrimonio culturale prezioso, una eredità morale, civile e letteraria di incommensurabile valore. La casa è aperta per visite guidate. L’ingresso è gratuito, e le emozioni garantite.

Per info: www.studiodiluigipirandello.it  

Eh già, gentili lettori, perché calarsi nella vita e nei contesti che hanno segnato le tappe principali e fondamentali, i momenti cruciali della sua avventura umana e artistica, quella di Luigi Pirandello, appunto, vuol dire iniziare un viaggio nella storia, nella letteratura, nel teatro. Un viaggio affascinante che ci porta a capire, a guardare dentro le cose, dentro noi stessi, alla ricerca dell’essenzialità dell’animo umano, sfrondando quel caleidoscopio di luci e colori, quel prisma dalle mille sfaccettature che ne compone e complica ad un tempo la vita stessa. 

 

 

Luigi Pirandello nasce il 28 giugno del 1867 a Girgenti, l’odierna Agrigento.

La famiglia, di tradizione garibaldina e antiborbonica, è proprietaria di alcune zolfare e appartiene alla nuova borghesia professionistica e industriale siciliana, destinata, dopo l’unità d’Italia, a divenire la nuova classe dirigente dell’Isola.

Il giovane Pirandello frequenta il liceo classico a Palermo. Si iscrive quindi alla facoltà di Lettere, proseguendo gli studi universitari prima a Roma, poi a Boon, in Germania, dove nel 1891 si laurea in filologia, discutendo una tesi sulla “parlata agrigentina”. Intanto esordisce come poeta con due raccolte: “Mal giocondo”(1889) e “Pasqua di Gea”(1891).

Rientrato in Italia si stabilisce a Roma, dove svolge l’attività di professore e giornalista, collaborando a giornali e riviste letterarie con recensioni e novelle.

Nell’ambiente letterario della capitale conosce Luigi Capuana, il teorico del Verismo, anch’egli siciliano, che lo spinge ad intensificare il suo lavoro di narratore. Pirandello comincia così la stesura del suo primo romanzo, “Marta Ajala”, che verrà pubblicato nel 1901 con il titolo “L’esclusa”.

Nel 1894 sposa Antonietta Portulano, figlia di un ricco socio in affari del padre. Nel 1897 comincia a insegnare come incaricato presso l’Istituto Superiore di Magistero di Roma. Poi la drammatica crisi familiare: nel 1903 le zolfare dei Pirandello-Portulano, fonte dell’agiatezza della famiglia, diventano impraticabili in seguito a un allagamento. La notizia dell’improvviso dissesto finanziario sconvolge la moglie che, già sofferente di nervi, si aggraverà progressivamente fino al punto di cadere preda della pazzia.

La vita familiare diventa un susseguirsi di violente scenate da parte di Antonietta, presa da mania di persecuzione e gelosa nei confronti del marito, fino a quando nel 1919 verrà ricoverata in una casa di cura dalla quale non uscirà più.

Per Pirandello il dramma della moglie, che inciderà non poco sulla sua amara visione della vita, è un trauma gravissimo. La necessità di guadagno immediato per far fronte alle necessità della famiglia costringe lo scrittore ad una intensa attività, spesso svolta di sera, dopo le lezioni al Magistero e mentre veglia la moglie.

Nel 1904 sulla “Nuova Antologia” esce “Il fu Mattia Pascal”; fra il 1904 e il 1906 appaiono altre raccolte di novelle.

Nel 1906 inizia la stesura di un nuovo romanzo “I vecchi e i giovani”, pubblicato integralmente nel 1913; nel 1908 teorizza la propria poetica nel saggio “L’umorismo”; nel 1910 esce il romanzo “Suo marito”; nel 1915 appare a puntate sulla “Nuova Antologia” un altro romanzo, “Si gira”.

Nel 1915-‘16 Pirandello inizia la propria prodigiosa carriera di teatro. Il primo successo è “Pensaci, Giacomino!”, rappresentato nel 1916, e seguito, nello stesso anno, da “Liolà”; nel 1917 sono in scena “Così è (se vi pare)”, “Il berretto a sonagli” e “Il piacere dell’onestà”; nel 1918 “Ma non è una cosa seria” e “Il gioco delle parti”; nel 1920 “La signora Morli una e due”.

Nel 1921 “Sei personaggi in cerca d’autore”, dopo un primo clamoroso insuccesso al teatro Valle di Roma, viene accolto trionfalmente al Manzoni di Milano, dando il via all’interesse internazionale per lo scrittore.

Il teatro pirandelliano diventa centro di discussioni e di dibattiti in Italia e all’estero. Gli spettacoli si susseguono: crescono i consensi alla sua opera, anche a quella narrativa.

Per curare personalmente l’allestimento, la regia e la recitazione delle proprie opere, Pirandello nel 1925 fonda la “Compagnia del teatro d’arte”, con due grandi interpreti, Marco Abba e Ruggero Ruggeri, che diffonderanno il suo teatro in tutto il mondo. Lo stesso scrittore viaggerà e soggiornerà  per tanti anni in Europa e in America.

Frattanto nascono nuove e importanti opere: “Enrico IV”, “Vestire gli ignudi”, “L’uomo dal fiore in bocca” (1922-’23), “Ciascuno a suo modo”(1924), il romanzo “Uno, nessuno e centomila”(1926), “Questa sera si recita a soggetto”(1930).

Nel 1928 il dramma “La nuova colonia” inaugura l’ultima stagione pirandelliana, quella dei “miti”, che vede opere come “Lazzaro”(1929), e, incompiuto, “I Giganti della Montagna”.

Nel 1929 Pirandello entra a far parte dell’Accademia d’Italia; nel 1934 gli viene conferito il Premio Nobel per la letteratura.

Muore due anni più tardi a Roma, il 10 dicembre del 1936.

Nel 1937-‘38 esce postuma l’edizione definitiva delle “Novelle per un anno”.