I grandi protagonisti della storia politica italiana

 

Giulio Andreotti

 

Giulio Andreotti nasce a Roma il 14 gennaio del 1919.

Studia e vive sempre nella Capitale, dove consegue la laurea in Giurisprudenza nel 1941, con una tesi in Diritto Canonico.

Si distingue nella Federazione degli universitari cattolici (FUCI) e, su incarico del presidente Aldo Moro, assume la direzione del settimanale «Azione fucina»; nel 1942, quando Moro lascia la presidenza, Andreotti gli subentra su indicazione di Papa Pio XII.

Nel 1943 partecipa con De Gasperi, Gonella, Spataro ed altri esponenti del vecchio Partito Popolare all’attività clandestina della neocostituita Democrazia Cristiana. Nel 1944 fonda «La Punta», organo della gioventù democristiana e al Congresso Nazionale di Napoli viene nominato delegato nazionale del Movimento giovanile e membro del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana; nello stesso anno lascia la presidenza della FUCI.

Scelto da Alcide De Gasperi come suo strettissimo collaboratore, membro della Consulta nazionale e dell’Assemblea Costituente, viene eletto ininterrottamente alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione di Roma-Latina-Frosinone-Viterbo, dal 1946 al 1987 (legislature I-IX ) e al Senato della Repubblica dal 1987 (X legislatura); nel 1991 il presidente della Repubblica Francesco Cossiga, lo nomina senatore a vita.

Numerosi sono gli incarichi ricoperti e le attività svolte da Andreotti in ambito istituzionale, politico, nonché giornalistico e pubblicistico. Ne forniamo di seguito una sintesi.

Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo spettacolo nei governi De Gasperi (IV-VII, 31 maggio 1947- 17 agosto 1953) e Pella (I, 17 agosto 1953  al 18 gennaio 1954), promuove leggi e provvedimenti fondamentali per la stampa, la cinematografia e il teatro. In seguito ha ricoperto numerosi incarichi di governo: ministro dell'Interno nel governo Fanfani (I, 18 gennaio 1954 - 8 febbraio 1954); ministro delle Finanze nei governi Segni (I, 13 luglio 1946 - 28 gennaio 1947) e Zoli (I, 19 maggio 1957 - 19 giugno 1958); ministro del Tesoro nel governo Fanfani (II, 1 luglio 1958 - 15 febbraio 1959); ministro della Difesa nei governi Segni (II, 15 febbraio 1959 - 23 marzo 1960), Tambroni (25 marzo 1960 - 26 luglio 1960), Fanfani (III-IV, 25 marzo 1960 - 21 giugno 1963), Leone (I, 21 giugno 1963 - 4 dicembre 1963), Moro (I-II, 4 dicembre 1963 - 23 febbraio 1966), Rumor (V, 14 marzo 1974 - 23 novembre 1974); ministro dell'Industria, commercio e artigianato nei governi Moro (23 febbraio 1966 - 24 giugno 1968) e Leone (II, 24 giugno 1968 - 12 dicembre 1968); ministro del Bilancio e programmazione economica nei governi Moro (IV-V, 23 novembre 1974 - 29 luglio 1976); ministro degli Esteri nei governi Craxi (I-II, 4 agosto 1983 - 17 aprile 1987), Fanfani (IV, 17 aprile 1987 - 28 luglio 1987), Goria (28 luglio 1987 - 13 aprile 1988) e De Mita (13 aprile 1988 - 22 luglio 1989).

Ha ricoperto la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri in sette governi (I, 17 febbraio 1972 - 26 giugno 1972; II, 26 luglio 1972 - 7 luglio 1973; III, 29 luglio 1976 - 11 marzo 1978; IV, 11 marzo 1978 - 20 marzo 1979; V, 20 marzo 1979 - 4 agosto 1979; VI, 22 luglio 1989 - 12 aprile 1991; VII, 12 aprile 1991 - 28 giugno 1992). È stato, inoltre, presidente del Gruppo italiano dell’Unione interparlamentare.

Membro permanente del Consiglio Nazionale e della Direzione centrale della Democrazia Cristiana, partecipa attivamente al dibattito, agli orientamenti e alle politiche del partito, dando vita negli anni ’50 alla corrente Primavera, confluita successivamente nella corrente di Impegno democratico; è stato anche presidente del Gruppo parlamentare della DC alla Camera dei Deputati da dicembre 1968 a febbraio 1972.

 

Convinto europeista, è stato componente della rappresentanza al Parlamento europeo dal 28 febbraio 1974 al 4 luglio 1976 ed eletto una seconda volta in occasione delle elezioni europee del 1989; presidente dell’Unione europea democratico-cristiana dal 1983 al 1985, ha esercitato, inoltre, la presidenza di turno del Consiglio europeo dal 1° luglio al 31 dicembre 1990.

Giornalista professionista, ha collaborato con quotidiani e riviste; ha fondato e diretto periodici politici e culturali, quali «Concretezza» e «30 Giorni».

Autore di numerosi saggi, studi e monografie, Andreotti esordisce nel 1946 con uno scritto politico sui governi di coalizione, Concerto a sei voci, al quale segue una monografia sui difficili rapporti tra Chiesa e Stato in Italia, Pranzo di magro per il Cardinale. Alla morte di Alcide De Gasperi, dedica allo statista una biografia, De Gasperi e il suo tempo, considerata un testo essenziale per la conoscenza del quadro politico italiano del dopoguerra e pubblicata in numerose successive edizioni; al tema degasperiano tornerà poi con Intervista a De Gasperi. A seguire appaiono I minibigami, uno studio romanzato dedicato ai problemi matrimoniali e due libri sulla storia di Roma nel secolo XIX, La sciarada di Papa Mastai e Ore 13: il Ministro deve morire.

Da segnalare, infine, una monografia dedicata ai pontefici conosciuti, Ad ogni morte di Papa, le serie cronologiche dei diari e dei Visti da vicino, testimonianze e osservazioni su personaggi italiani e stranieri.

Fondatore e presidente del Centro studi ciceroniani, ha ricevuto la laurea Honoris Causa delle Università di Parigi, Chicago, Toruń (Polonia), South Bend (Indiana), La Plata, Salamanca, New York, Varsavia, Pechino, Sofia, Washington, Toronto, Buenos Aires, Cracovia, Mosca e della Pontificia università lateranense.

Il senatore Giulio Andreotti si è spento a Roma il 6 maggio del 2013, all’età di 94 anni.