Eleonora Duse

 

 

Un ritratto di Eleonora Duse: eroina dei palcoscenici internazionali tra ‘800 e ‘900, la grande attrice ha rappresentato un modello universale nella Storia del teatro italiano. 

 

 

Eleonora Duse nasce a Vigevano il 3 ottobre del 1858 da due attori: Vincenzo Duse e Angelica Cappelletto. Al seguito della compagnia teatrale del padre prende subito confidenza con il palcoscenico. Ha quattro anni, quando a Chioggia recita nella parte di Cosetta dei “Miserabili” di Victor Hugo. A dodici sostituisce la madre ammalata nella parte di “Francesca da Rimini” di Silvio Pellico. A quattordici è “Giulietta”. Poi è un susseguirsi di prove sempre più impegnative, fino all’ingresso nella compagnia Pezzana-Brunetti nel 1875 e in quella di Ciotti-Belli Blanes nel 1878. Nel 1880 diventa prima attrice nella compagnia di Cesare Rossi. Sposa quindi l’attore Tebaldo Cecchi, un buon uomo capace di sostenerla: da lui avrà la figlia Enrichetta. Nel 1884 inizia una relazione con Arrigo Boito che definisce “il filo rosso della mia esistenza”. È poi determinante per consolidare la sua vocazione l’incontro con Sarah Bernhardt, ritenuta allora la più grande attrice vivente.

Attrice originale e sperimentatrice, Eleonora affina con lo studio la propria ricerca, misurandosi anche con i personaggi moderni di Zola o Ibsen.

Ha scritto di lei il regista e scrittore Sergio Tofano (1886-1973): “La sua recitazione era ridotta alla più pura e limpida essenzialità, assolutamente scevra dei tanti barocchismi e capricci vocali cari alle attrici sue contemporanee”.

Interpreta “Teresa Raquin” di Zola, “La principessa di Bagdad”, “La signora delle camelie”, “La moglie di Claudio”, “Cavalleria Rusticana”, “Antonio e Cleopatra”, “Casa di bambola”, “La donna del mare” e numerosissime altre opere di un repertorio sempre più vasto ed eterogeneo.

È del 1884 l’incontro con Gabriele D’Annunzio a Venezia. I due si sono già incontrati di sfuggita a Roma, mentre lui è cronista mondano della “Tribuna»”. Ma l’incontro decisivo ci sarà l’anno seguente, sempre a Venezia. Eleonora lo ispirerà per otto anni: a lei D’Annunzio dedicherà “La città morta” e “Il Fuoco”.

Nel 1897 la Duse interpreta a Parigi il “Sogno d’un mattino di primavera” con enorme successo. Chiusa e riservata, non ama obbedire e diventa una sorta di punto di riferimento per chi vive in teatro e crede in un teatro moderno. Nel 1898 parte per l’Egitto e per la Grecia, accompagnata da D’Annunzio.
La loro storia d’amore finisce nel 1904, per la conflittualità dei caratteri ma anche per i debiti che Eleonora accumula per aiutarlo e per la grande umiliazione che riceve in quello stesso anno, quando “La figlia di Iorio” - tragedia in tre atti di D’Annunzio - esordisce al Teatro Lirico di Milano, con Irma Gramatica nella parte di Mila.

Il 25 gennaio 1909 a Berlino, dopo la rappresentazione de “La donna del mare” Eleonora decide di lasciare il teatro. 

Amata dal pubblico, osannata dalla critica, la Duse instaura intensi rapporti di amicizia e di stima con molte altre donne artiste, scrittrici e intellettuali del suo tempo, tra le quali Matilde Serao, Laura Orvieto, Ada Negri, Sibilla Aleramo, Yvette Guilbert, Isadora Duncan, Camille Claudel.

Nel 1914 a Villa Ricotti, sulla Nomentana, apre una “Casa delle attrici” con annessa biblioteca: un luogo di ritrovo e di incontro che purtroppo avrà vita breve.

Nel 1917 per il Congresso Nazionale delle Donne, al Teatro Argentina di Roma, disapprova le femministe molto aggressive, difendendo tutte le donne che lei chiama “donne reali”.

Attenta al teatro di varietà e alla scrittura, si interessa anche alla nuova arte, il cinema, ma l’unico film al quale partecipa è “Cenere” di Febo Mari.

Nel 1919, ospite della sua amica Lucia Casale, si innamora di Asolo, dove comprerà e farà sistemare una casa. Nel 1920 in una lettera a Marco Praga manifesta la voglia di tornare sulle scene ma a modo suo, senza legami stabili e senza condizionamenti: Eleonora appartiene alla generazione delle attrici capocomiche e indipendenti.

Riprende dunque i contatti con Ermete e Ines Cristina Zacconi che le avevano offerto sostegno. Zacconi le offre di recitare insieme. Zacconi le è stato vicino nel passato in molti momenti e con lui ritorna sulle scene l’anno seguente ancora con “La donna del mare”, rappresentata a Torino.

Forma poi una sua compagnia e inizia una tournée in Italia.

Nel 1923 è a Londra e a Vienna, e il 10 ottobre dello stesso anno parte per gli Stati Uniti.

Minata irrimediabilmente dalla tubercolosi, muore a Pittsburgh il 21 aprile del 1924.