Alberto Moravia
Con il suo tipico stile, semplice e al contempo elegante, ha affrontato il difficile cammino dell'uomo verso la felicità, l'ipocrisia nei rapporti sociali e l'aridità morale.
Tra i riconoscimenti ottenuti, il Premio Strega nel 1952 per "I racconti" e il Premio Viareggio nel 1960 per "La noia".
Alberto Moravia (1907-1990): la vita e le opere di un grande protagonista della letteratura italiana del Novecento.
Alberto Pincherle Moravia nasce a Roma il 28 novembre del 1907. Il padre, Carlo Pincherle, architetto e pittore, era nato a Venezia da una famiglia di origine ebraica di Conegliano Veneto; la madre, Teresa Iginia De Marsanich, era nata ad Ancona da una famiglia anticamente immigrata dalla Dalmazia. Alberto, che viene battezzato alla nascita, è il terzo di quattro figli, nato dopo le sorelle Adriana e Elena e prima del più piccolo Gastone.
Nel 1916 si ammala di una tubercolosi ossea che, con un alternarsi di miglioramenti e ricadute, lo costringerà a trascorrere la degenza in casa e a frequentare in modo irregolare la scuola.
Dal 1924 al 1925 è ricoverato al sanatorio Codivilla di Cortina d’Ampezzo. Inizia la stesura de “Gli indifferenti”, romanzo sul quale lavorerà per tre anni e che pubblicherà, a sue spese, nel 1929 [1], presso la casa editrice Alpes di Milano.
Nel 1930 pubblica “Inverno di malato” su “Pegaso”, rivista diretta da Ugo Ojetti. Tra il 1931 e il ’32 è a Londra dove ha modo di conoscere e frequentare alcuni esponenti del gruppo di Bloomsbury. Collabora con diverse altre riviste, tra cui “L’Interplanetario” di Libero De Libero e “Oggi” di Mario Pannunzio. Nel 1935 pubblica “La bella vita” (raccolta di racconti già editi su riviste) presso Carabba, e “Le ambizioni sbagliate” presso Mondadori. Collabora al mensile “Caratteri”, fondato da Pannunzio e Delfini.
Inizia un periodo di grandi viaggi, da cui nascono i primi reportage per la “Gazzetta del Popolo”: tra il 1935 e il ‘36 si reca negli Stati Uniti e in Messico, mentre nel ‘37 va in Cina e poi in Grecia nel ‘39. Scrive i racconti de “L’imbroglio” (1937), rifiutato da Mondadori e pubblicato da Bompiani. Contemporaneamente inizia a lavorare a sceneggiature cinematografiche. Collabora a “Omnibus”, diretto da Leo Longanesi.
Nel giugno del 1937 vengono assassinati in Francia Nello e Carlo Rosselli, suoi cugini da parte di padre: la famiglia Pincherle pertanto viene perquisita.
Di ritorno in Italia, trascorre lunghi periodi ad Anacapri con Elsa Morante, conosciuta a Roma nel 1936. Collabora a “Prospettive” diretta da Curzio Malaparte e pubblica “I sogni del pigro” (1940) e “La mascherata” (1941), che viene però sequestrato dal regime, mentre “L’imbroglio” e “Le ambizioni sbagliate” saranno inclusi nella lista dei libri di autori ebrei dalla “Commissione per la bonifica libraria” del Ministero della Cultura Popolare; si vede quindi costretto a firmare i suoi articoli con uno pseudonimo. Nell’aprile del 1941 sposa in chiesa Elsa Morante. Escono per Bompiani le raccolte di racconti “L’amante infelice” (1943), “L’epidemia” (1944), e il breve romanzo “Agostino” (1944) per le edizioni Documento. Dopo la caduta del regime fascista, collabora brevemente al “Popolo di Roma” di Corrado Alvaro. Nel ’43 fugge da Roma con Elsa Morante quando viene a sapere che il suo nome è sulla lista, stilata dai nazisti, delle persone da arrestare: trovano rifugio in un casolare sulle montagne di Fondi, nella località di Sant’Agata. Dopo la Liberazione, si recano a Napoli, e da lì rientrano a Roma. Nel 1944 pubblica, per Documento, “La Speranza, ovvero Cristianesimo e Comunismo”.
Per guadagnarsi da vivere Moravia scrive articoli e sceneggiature, collabora a riviste e programmi radiofonici. Escono “Due cortigiane” (1945) per l’Acquario, la prima edizione Bompiani di “Agostino” (1945), “La romana” (1947), “La disubbidienza” (1948), “L’amore coniugale e altri racconti” (1949), “Il conformista” (1951).
Nel ’51 scrive e dirige il cortometraggio “Colpa del sole”. Collabora a giornali e riviste, tra cui “Il Mondo”, “Il Corriere della Sera”, “L’Europeo”. Nel 1952 le sue opere sono messe all’Indice dal Sant’Uffizio. Nello stesso anno riceve il Premio Strega per “I racconti 1927-1951”.
Nel 1953 fonda a Roma con Carocci la rivista “Nuovi Argomenti”. Nel ’54 escono “Racconti romani” e “Il disprezzo”. Nel ’55 conosce Pier Paolo Pasolini e inizia a collaborare come critico cinematografico per “L’Espresso”. Pubblica “La ciociara” (1957), “Un mese in URSS” (1958), “Nuovi racconti romani” (1959), “La noia” (1960). Compie numerosi viaggi in Egitto, Giappone, Stati Uniti, Iran, Brasile e tra il 1961 e il ’62 in India, con Pier Paolo Pasolini e Elsa Morante, esperienza da cui nascerà “Un’idea dell’India” (1962). Poco dopo si separa da Elsa Morante e va a vivere con Dacia Maraini, conosciuta nel ’59. Nel 1962 pubblica “L’automa”. Escono poi “L’uomo come fine” (1963) e “L’attenzione” (1965). Con Enzo Siciliano e Dacia Maraini dà vita alla Compagnia del Porcospino nel teatro di via Belsiana a Roma (1966 - ’68); per il teatro scrive “Il mondo è quello che è” (1966), “Il dio Kurt” (1968), “La vita è gioco” (1969). Viaggia con Dacia Maraini in Africa, Messico, Giappone, Corea, Cina.
Nel 1968 viene pubblicamente contestato dagli studenti, con i quali accetta di dialogare. Pubblica “Una cosa è una cosa” (1967), “La rivoluzione culturale in Cina” (1967), “Il paradiso” (1970), “Io e lui” (1971), “A quale tribù appartieni?” (1972), “Un’altra vita” (1973). Escono “Boh” (1976), “La vita interiore” (1978), la raccolta di saggi “Impegno controvoglia” (1980), “Lettere dal Sahara” (1981), “1934” (1982), le novelle per bambini “Storie della Preistoria” (1982), “La cosa e altri racconti” (1983).
Nel 1984 si presenta da intellettuale indipendente alle elezioni europee nelle liste del Pci e diventa Deputato al Parlamento Europeo (1984-89). Due anni dopo sposa Carmen Llera.
Escono dunque “L’uomo che guarda” (1985), “L’angelo dell’informazione e altri scritti teatrali” (1986), “L’inverno nucleare” (1986), “Opere. 1927-1947” (1986), “Passeggiate africane” (1987), “Il viaggio a Roma” (1988), “Opere. 1948-1968” (1989) e “La villa del venerdì” (1990).
Alberto Moravia si spegne nella sua casa di Roma, in Lungotevere della Vittoria, la mattina del 26 settembre del 1990.
Escono postumi “Vita di Moravia” (1990) scritto con Alain Elkann, “La donna leopardo” (1991), “Diario Europeo” (1993), “Romildo” (1993), le raccolte “I viaggi. Articoli 1930-1990” (1994), “Racconti dispersi 1928-1951” (2000).
A dieci anni dalla morte viene pubblicato per i Classici Bompiani il primo volume della nuova edizione delle Opere complete, diretta da Enzo Siciliano, “Opere/1. Romanzi e racconti 1927-1940” (2000), a cui faranno seguito “Opere/2. Romanzi e racconti 1941-1949” (2002), “Opere/3. Romanzi e racconti 1950-1959” (2004), “Opere/4. Romanzi e racconti 1960-1969” (2007), “I due amici” (2007) e “Cinque racconti romani” (2007), “Lettere ad Amelia Rosselli” (2010), “Cinema Italiano” (2010).
25/11/2017
[1]
Il 27 luglio del 1929 Alberto Pincherle, in arte Alberto Moravia, irrompe sulla scena letteraria con “Gli indifferenti”, edito dalla milanese Alpes. Si tratta di un romanzo psicologico che denuncia con impeccabile realismo l'esistenza passiva e priva di qualsiasi emozione di due giovani fratelli, Michele e Carla, indifferenti alle meschinità e ai tradimenti che serpeggiano nella propria famiglia e cerchia di amici, simboli della borghesia dell'epoca. L'opera, inquadrata nella dimensione esistenzialista, ispirerà l'omonimo film del 1964 con Claudia Cardinale e Rod Steiger.